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I Tre Porcellini: Favola da Leggere, Ascoltare e Scaricare

I Tre Porcellini: Favola da Leggere, Ascoltare e Scaricare


Ecco la simpatica Favola de I Tre Porcellini da Leggere, Ascoltare e Scaricare.

Ricordi come si chiamano I Tre Porcellini? I loro nomi sono: Timmy, Tommy e Jimmi. E chi ha scritto la favola de I Tre Porcellini? La storia originale è dei Fratelli Grimm ed è stata poi più volte ripresa dal libro dell'autore.

Il cartone di Walt Disney in inglese, del 1933, seguì la trama della fiaba originale con i Tre Porcellini e la fame del Lupo.

Per il cartone in italiano fu incisa la canzone con i celebri versi "Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin", interpretata tra gli altri da Gigliola Cinquetti e, in seguito, dal Piccolo Coro dell’Antoniano per accompagnare i piccoli interpreti della canzone allo Zecchino d’Oro.

Il cartone ebbe tanto successo che Disney, in breve, produsse altre storie partendo dalla favola originale, tra cui "I Tre Porcellini e Cappuccetto Rosso", inserendo i nomi dei tre Porcellini.

Puoi ascoltare la favola de I tre Porcellini cliccando sul tasto "Play" qui sotto e leggere il testo della storia scorrendo la pagina. Infine, puoi scaricare la favola audio in MP3 per ascoltarla quando più ti piace cliccando sul tasto "Download" qui sotto o iscrivendoti gratuitamente al Podcast di Favole Sonore su iTunes.

Non perdere le altre favole sonore: la romantica Biancaneve e i Sette Nani, l'avventurosa Cappuccetto Rosso e la favola senza tempo de Il Lupo e l'Agnello.





I Tre Porcellini: TESTO

C'erano una volta Tre Porcellini di nome Timmy, Tommy e Jimmi.

I Tre Porcellini vivevano in campagna con i genitori e giocavano spensierati tutto il giorno.

”Corri, corri!” gridava Timmy.

”A chi arriva  primo!” rispondeva Tommy.

”Io conto fino a dieci, mentre voi vi nascondete!” aggiungeva Jimmi.

E così giocando, i Tre Porcellini crescevano in allegria.

Un giorno, mentre si rotolavano sull’erba verde, la Mamma chiamò i Tre Porcellini e disse:

”Timmy, Tommy, Jimmi venite qua che voglio parlarvi!”.

“Cosa c’è Mamma?” risposero in coro i Tre Porcellini.

“Ormai siete grandi” riprese la mamma “Ed è giunto il momento di andare a vivere da soli. Da oggi ognuno di voi dovrà costruire la propria casa”.

“Evviva!!” esclamarono i Tre Porcellini saltellando dalla gioia.

I Tre Porcellini, elettrizzati dalla novità e orgogliosi di essere diventati grandi, andarono a preparare la valigia di corsa con le loro zampe grosse come cotechini.

La mamma, vedendo che i Tre Porcellini avevano finito di fare le valigie, disse loro:

“Mi raccomando: state attenti al Lupo! Non dovete farlo entrare in casa mai mai altrimenti vi mangerà!”.

I Tre Porcellini allora dissero:

“Mamma, non ti preoccupare, ormai siamo grandi e sappiamo come comportarci con il Lupo. Ma tu” aggiunsero i Tre Porcellini facendo un po’ i vergognosi:

“Ci vorrai sempre bene anche se siamo diventati grandi?”.

“Ma certo!” rispose la Mamma commossa e abbracciandoli forte forte aggiunse:
”Ricordate che siete sempre i miei tre piccoli Porcellini!".

Così i Tre Porcellini salutarono la Mamma e s’incamminarono ognuno per la propria strada.

“Essere grandi è bello, ma i miei fratellini già mi mancano un po’” pensava tra sé Jimmy, il più piccolo, mentre camminava, finché ad un tratto gli si accostò un Signore che trasportava paglia.

“Buon giorno Porcellino!” disse il Signore.

“Buongiorno a lei Signore” rispose Jimmi.

“Dove vai di bello?” aggiunse il Signore.

“Vado a vivere da solo” rispose Jimmi e subito aggiunse:

“Non è che, per gentilezza, mi potrebbe regalare un po' della sua paglia?".

Allora il Signore gli chiese:

“Cosa devi farne?”.

E il piccolo Jimmi rispose:

"Con la paglia costruirò la mia casa".

L’Uomo acconsentì e gli regalò tanta paglia che Jimmi esclamò:

“Lei Signore è davvero molto gentile! Grazie molte!”.

E così, in poco tempo e con poca fatica, Jimmi costruì la sua casa, che non era molto bella e nemmeno fatta tanto bene, ma a lui piaceva lo stesso.

“Finalmente! Sono salvo dal Lupo!”.

Intanto Tommy, il Porcellino medio, mentre cercava il posto giusto per costruire la sua casetta, vide passare un Signore con un carretto che trasportava legna, e pensò:

“Il legno sarebbe l’ideale per costruire, la mia casa!”.

E rivolgendosi al Signore disse:

“Buongiorno Signore!”.

E il Signore gli rispose:

“Buongiorno a te Porcellino”.

Allora Tommy spiegò: “Ormai sono diventato grande e sto andando a vivere da solo”.

“Complimenti! Posso esserti d’aiuto in qualche cosa?” rispose il Signore sorridendo.

“Signore, sarebbe così gentile da darmi un po’ della sua legna per costruire la mia casa?” aggiunse Tommy.

“Ecco qua, oh una bella catasta di legna per la tua casetta!” disse il Signore scaricando la catasta dal suo carretto.

“Lei è davvero molto gentile Signore” ringraziò Tommy tutto contento: “Grazie davvero!”.

Con quella bella catasta di legna Tommy lavorò sodo per costruire la sua casa, e appena ebbe finito entrò dentro casa esclamando:

"Che bella! la mia casetta! Ora sono al sicuro e il Lupo cattivo non mi prenderà mai".

Nel frattempo Timmy, il Porcellino grande, aveva trovato un bel posticino per costruire la sua casa, ma prima di iniziare si domandava serio:

“Mah...Con che cosa costruirò la mia casa?”.

Proprio in quel momento sentì:

“Buongiorno Porcellino!” gli disse un Signore passandogli accanto.

E Timmy rispose:

“Buongiorno a lei Signore!”.

Poi, notando che il Signore trasportava tanti bei mattoni rossi sopra una carretto tutto carico, gli chiese:

“Siccome sono grande e sto costruendo una casetta, non è che sarebbe così gentile da regalarmi qualcuno dei suoi mattoni?”

“Te li dò ben volentieri” gli rispose il Signore e sorridendogli aggiunse: “Mi raccomando, costruisci una bella casa!”.

Timmy ringraziò il Signore e si mise subito all’opera. Sudò sette camicie per costruir la sua casa e una volta finito disse:

"Che bella la mia casa, e com’è solida! Qui dentro il Lupo non potrà prendermi!".

Il giorno dopo il Lupo cattivo si svegliò e disse:

“Oggi ho proprio una fame da lupo!”.

Così uscì in cerca di una bella colazione e camminò finché non arrivò davanti alla casa di paglia di Jimmi.

Il Lupo annusò il profumo che proveniva dalla casa: “Sniff..sniff” e pensò:

“Mhm...che buon odor di Porcellino!” e bussò alla porta:

-TOC-TOC-

“Chi è?” domandò Jimmi.

"Porcellino, Porcellino, fammi entrare un minutino" tentò allora il Lupo che già sentiva un gorgoglio nella pancia.

Ma Jimmi, che sapeva che era il Lupo, gli rispose:

“La mamma ha detto che non posso farti entrare”.

Il Lupo cominciò a sbuffare stizzito come un gatto arrabbiato:

“Sbuff sbuff” e così sbuffa che ti risbuffa, i fili di paglia della casa iniziarono a volar via come i coriandoli a Carnevale, finché il Lupo si trovò davanti il Porcellino, senza casa, che tremava dalla paura.

Il Lupo con un salto volò addosso a Jimmi, e se lo mangiò in un sol boccone. Poi, con la pancia piena, se ne tornò a casa per schiacciare un pisolino.

Il giorno seguente il Lupo si svegliò e sentì di aver fame. Così si sgranchì le zampe e si mise a correre in cerca dell’occasione giusta per farsi un bello spuntino.

Ben presto si trovò davanti alla casa di legno di Tommy e annusando pensò:

“Mhm...che buon odor di Porcellino!”

Allora bussò alla porta:

-TOC-TOC-

"Chi è?" chiese Tommy dalla casa di legno.

"Tuo fratello" rispose il Lupo, cambiando strategia.

Ma Tommy gli rispose: “Tu non sei mio fratello e te lo scordi che ti apro la porta!”.

Allora al Lupo saltarono i nervi e tirando fuori un fiammifero, appiccò il fuoco alla casa. Brucia che ti ribrucia in pochi minuti tutta la legna della casetta fu consumata e Tommy si trovò solo circondato da un mucchio di cenere.

Appena il Lupo vide davanti a sé il Porcellino tutto tremante, aprì la bocca e lo inghiottì proprio come un aspirapolvere.

Il giorno dopo ancora, il Lupo si svegliò con un vuoto allo stomaco, più grande di un buco nero.
Saltando giù dal letto si mise in cerca di qualcosa da mangiare, finché non trovò la casa di mattoni di Timmy, annusò:

“Sniff, sniff” e pensò:

“Mhm...che buon odor di Porcellino!”.

Poi il Lupo bussò alla porta.

-TOC-TOC-  e disse:

"Porcellino apri, sono la Mamma".

Ma Timmy, sbirciando dallo spioncino vide il Lupo tutto nero e peloso e rispose:

"Brutto lupaccio, pussa via! Non ti faccio entrare, né con le buone né con le cattive!".

Il Lupo che non ci vedeva più dalla fame ed era rosso per la stizza bussò di nuovo alla porta così forte, che pareva volesse buttarla giù.

-TOC-TOC-

Ma Timmy rispose con una sonora pernacchia:

“Prrrrrrrr!”.

Il Lupo allora iniziò a sbuffare, e sbuffare, e sbuffare e sbuffare sempre più forte ma la casa non si mosse di un millimetro.

Allora provò a dar fuoco alle pareti, ma il fiammifero gli si spegneva in mano senza riuscire ad appiccare il fuoco.

Allora il Lupo che era ormai furibondo gridò:

"Porcellino, Porcellino, scenderò per il camino!"

In un batter di ciglia il Lupo balzò sul tetto della casa di mattoni e si calò giù dal camino, come fosse Babbo Natale.

Arrabbiato com’era il Lupo non si accorse che Timmy aveva messo a bollire un bel pentolone sul fuoco e, quando già gli sembrava di essere riuscito ad entrare, il Lupo sentì bruciare tutto il suo sederone grosso e peloso:

“Arggh!aahh!aaahhhh!” gridò il Lupo saltando fuori dal comignolo e rotolando giù dal tetto. E singhiozzando se ne tornò di corsa nel bosco, e da quel giorno non se ne sentì più parlare.

Intanto Timmy, che era riuscito a sconfiggere il Lupo, diventò l’eroe della campagna e così vissero tutti per sempre felici e contenti.


Copyright: I Tre Porcellini: Favola da Leggere, Ascoltare e Scaricare
Photocredit: sarahemcc


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