Ecco la favola di Biancaneve e i Sette Nani da Leggere, Ascoltare e Scaricare! La bellissima principessa, resa famosa dalla Disney, nasce dalla penna dei fratelli Grimm.
Certamente ricordi la trama, la mela avvelenata, il principe col suo bacio e il cacciatore. Nel cartone della Disney del 1937, al testo originale vennero aggiunti i nomi dei sette nani: Brontolo, Pisolo, Eolo, Dotto, Mammolo, Gongolo e Cucciolo. Nel 2012 poi è uscito un film con Julia Roberts nei panni della strega: il regista Tarsem Singh ha proposto un racconto ancora diverso.
Quella che trovi qui sotto è una nuova versione audio online della fiaba originale, cioè della storia breve tratta dal libro dei fratelli Grimm. I personaggi di Biancaneve e i Sette Nani sono interpretati, con voci diverse, dalla bravissima Brucalara.
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Puoi ascoltare la favola di Biancaneve e i Sette Nani cliccando sul tasto "Play" qui sotto e leggere il testo della storia scorrendo la pagina. Se poi vuoi scaricare la favola audio in MP3 per ascoltarla quando più ti piace, clicca sul tasto "Download" qui sotto o iscriviti gratuitamente al Podcast di Favole Sonore su iTunes.
BIANCANEVE E I SETTE NANI: TESTO
C’era una volta una bimba con la pelle bianca bianca come la neve, le guance rosse rosse come ciliegie mature e i capelli neri neri, come le notti senza luna. Il suo nome era Biancaneve. Qualche mese dopo la nascita di Biancaneve la sua Mamma, che era la bellissima Regina di un regno lontano, si ammalò e morì. Il Re, papà di Biancaneve, pianse per un anno intero, ma con il passare del tempo sposò un’altra donna, che era bella ma cattiva, come una rosa rossa con le spine che vuole essere il fiore più bello del giardino.Ogni giorno la Regina cattiva andava davanti al suo Specchio Magico e gli domandava: “Specchio Specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del Reame?” E lo Specchio Magico rispondeva: “Mia Regina sei tu la più bella di tutto il Reame”. E la Regina cattiva era contenta, perché sapeva che lo Specchio magico diceva sempre la verità.
Intanto Biancaneve cresceva e diventava sempre più bella, più bella di una rosa e ancor più bella della Regina cattiva. Finché un giorno la Regina chiese allo Specchio magico: “Specchio, Specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del Reame?” E lo Specchio magico rispose: “Mia Regina, più bella di sempre sei tu, ma Biancaneve lo è ancora di più”. La Regina cattiva per la rabbia divenne bianca-rosa-rossa-arancione-gialla-e-blu e da quel momento non trovò più pace. Non dormiva, non mangiava e non riusciva neanche ad andare al bagno. Più cercava di non pensare a Biancaneve, più se la trovava davanti con la sua bellezza semplice e pulita.
Un giorno non ce la fece proprio più, chiamò un Cacciatore e gli ordinò: “Porta Biancaneve nel bosco e uccidila, e come prova della tua fedeltà portami il suo cuore”. Il Cacciatore, con l’umore sotto le scarpe, ubbidì a malincuore e portò Biancaneve lontano lontano nel bosco. Quando estrasse il coltello dal fodero per uccidere Biancaneve, lei gli si gettò ai piedi e scoppiò a piangere come una fontana. Allora il Cacciatore rimase come di sasso e capì che non poteva far del male a una bimba così dolce e bella. “Corri Biancaneve - le disse - corri più veloce di un topino che scappa da un gatto affamato, e non fermarti finché non sarai lontano lontano. Oggi la tua vita è salva, ma non potrai tornare a casa mai più!”
Mentre Biancaneve scappava spaventata, il Cacciatore catturò un cinghiale, gli prese il cuore e lo portò alla Regina come se fosse quello di Biancaneve. Biancaneve continuava a correre, più veloce di un topino che scappa da un gatto affamato, ma aveva tanta paura che le gambe le facevano giacomogiacomo, e persino il rumore delle foglie mosse dal vento la faceva saltare in aria. A un certo punto, nascosta tra gli alberi grandi grandi, Biancaneve vide una casetta di legno, piccola piccola, piiccolissima, come una casetta per le bambole. Biancaneve bussò alla porta -Toc-Toc-. Nessuno le rispose. Bussò un’altra volta -Toc-Toc- e chiese: “C’è qualcuno?” Ancora nessuna risposta. Allora Biancaneve si fece un po’ di coraggio, bussò più forte e gridò: “Posso entrare?” e non avendo risposta aprì la porta, che era così piccola che dovette entrare in ginocchio.
Dentro la casetta c’era una tavola apparecchiata con sette piattini. Accanto ad essi c’erano sette cucchiaini, sette coltellini, sette forchettine e sette bicchierini. Lungo la parete, uno accanto all’altro, c’erano sette lettini, coperti da sette candide lenzuolina. Biancaneve aveva tanta fame e tanta sete che mangiò un po’ di verdura e un po’ di pane da ogni piattino e bevve una goccia d’acqua da ogni bicchierino, perché non voleva portar via tutto a uno solo. Dopo aver mangiato, era talmente stanca che si sdraiò su un lettino, ma era troppo corto. Allora si poggiò su un altro: troppo stretto. Un altro: troppo lungo e poi un altro e un altro ancora, ma, ahimè, nessuno andava bene. Infine, li avvicinò l’uno all’altro, formando un unico lettone grande grande. Finalmente fu comoda e si addormentò.
Durante la notte, arrivarono i padroni di casa: erano Sette Nani, che tornavano dalle montagne, dopo aver lavorato tutto il giorno nelle miniere. I Sette Nani accesero con sette piccoli fiammiferi le sette candeline e, quando la casetta fu tutta illuminata, Brontolo notò che la sua sedia non era dove l’aveva lasciata e si lamentò: “Chi si è seduto sulla mia seggiolina?” Mammolo disse: “Chi ha mangiato nel mio piattino?” Dotto domandò: “Chi ha mangiato una mollica dal mio panino?” Eolo aggiunse: “E chi ha mangiato una foglia della mia lattuga?” Poi Gongolo chiese: “Chi ha usato la mia forchettina?" Cucciolo domandò: “Chi ha tagliato col mio coltellino?” E infine Pisolo sbadigliando chiese: “Chi ha bevuto dal mio bicchierino?”
Allora, i Sette Nani presero le loro sette candeline e si misero a sbirciare sotto al tavolo, sopra le mensole, dentro l’armadio, su per il caminetto, in cerca di qualche topo, di un gatto o di un folletto che potesse essere entrato nella loro casetta. Finché non notarono che anche i loro lettini erano spostati e con un grido di meraviglia scoprirono Biancaneve che dormiva. Allora esclamarono tutti in coro: “Ohhhh, ohhh che bella bimba!” “E com’è grande” commentò Gongolo, e furono così felici che non la svegliarono e la lasciarono dormire nei loro sette lettini.
Al mattino, Biancaneve si svegliò e aprendo gli occhi vide i Sette Nani che la guardavano dai piedi del lettone, e saltò in alto, come un grillo, in piedi sul letto. Ma Cucciolo le chiese in modo gentile: “Come ti chiami?” E Biancaneve rispose: “Mi chiamo Biancaneve” “Come sei arrivata a casa nostra?” chiese Eolo. E Biancaneve raccontò che la Regina cattiva voleva farla uccidere, ma il Cacciatore l’aveva fatta scappare e lei aveva corso e corso, finché aveva trovato la loro casetta di legno. Mentre raccontava che non sarebbe potuta tornare a casa mai più, Biancaneve cominciò a piangere e a singhiozzare. Allora i Sette Nani capirono che dovevano affrettarsi a consolare Biancaneve, altrimenti la loro casetta si sarebbe riempita di lacrime e sarebbero affogati tutti.
In un lampo i Sette Nani fecero un girotondo tondo tondo e confabularono tra loro bisbigliando. Poi Mammolo disse: “Biancaneve, resta qui, nella nostra casetta. Se rimani con noi ci rendi felici!” Brontolo precisò: “Sì, ma solo se ci prepari da mangiare e tieni tutto in ordine! Sgrunt” E Gongolo aggiunse: “Ci prenderemo cura noi, di te.” E Biancaneve felice rispose: “Vi ringrazio con tutto il cuore!” e abbracciò i Sette Nani con sette abbracci stretti stretti. Infine Dotto disse: “Mi raccomando Biancaneve, non far entrare nessuno in casa e non parlare con gli sconosciuti, perché la Regina cattiva potrebbe ancora venire a cercarti!” Biancaneve sorridente gli rispose: “State tranquilli, non farò entrare nessuno nessuno!” Così, Biancaneve rimase a vivere nella casetta con i Sette Nani: di giorno rimaneva sola e, mentre i Sette Nani andavano sui monti a cercare minerali, lei puliva la casetta e preparava la cena.
Un giorno, nel castello, la Regina cattiva chiese al suo Specchio Magico: “Specchio, Specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del Reame?” E lo Specchio Magico rispose: “Mia Regina la più bella del Reame sei tu, ma al di là del bosco Biancaneve lo è ancora di più”. La Regina spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta, proprio come un pesce rosso, e capì che il Cacciatore le aveva mentito e aveva lasciato scappare Biancaneve lontano lontano nel bosco. Pensa che ti ripensa, la Regina cattiva decise di travestirsi e sistemare da sola la questione. Indossò un grande mantello nero e, sporcandosi la faccia con il carbone e i capelli con la farina, fece una smorfia spaventosa che la fece assomigliare a una vecchia contadina sdentata e con le pulci. Dalle cucine del castello prese la mela più rossa e, con una siringa, vi iniettò tanto veleno da uccidere un orso bruno. La Regina cattiva, sicura che così trasformata nessuno l’avrebbe riconosciuta, uscì dal castello, passò i monti e andò lontano lontano, finché non trovò, nel bosco, la casetta dei Sette Nani.
Vedendo dalla finestra Biancaneve che cucinava si mise a gridare: “Mele rosse, mele buone da mangiare a colazione!” Biancaneve, che voleva fare una sorpresa ai Sette Nani, si affacciò alla finestra e disse: “Cara Vecchina, quanto costano sette mele?” “Meno di quel che pensi”, le rispose la Vecchina: “Ma se sei così gentile da darmi una sedia per riposare le mie vecchie ossa, te le regalo tutte e sette”. “Mi dispiace, signora Vecchina, ma non posso far entrare nessuno in casa!” La Vecchina allora le disse: “Non fa niente bella bimba, ecco una mela per te: assaggiala subito e dimmi se ti piace”. Per non far dispiacere alla Vecchina, Biancaneve prese la mela dalla finestra e le diede subito un bel morso. Al primo boccone si sentì soffocare, cascò a terra come morta e lasciò rotolare la mela fuori dalla finestra.
La Regina cattiva, fuori di sé per la gioia, urlò: “Ci sei cascata! AAHAAH” e mentre continuava a ridere come una cornacchia, corse al castello per chiedere al suo Specchio Magico: “Specchio, Specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del Reame?” E lo Specchio Magico finalmente le rispose: “Mia Regina sei tu la più bella di tutto il Reame”. Finalmente la Regina trovò pace e dormì notte e giorno e giorno e notte per una settimana intera.
Quando i Sette Nani tornarono a casa e trovarono Biancaneve per terra che non respirava, la sollevarono, le fecero la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco e pure il solletico sotto i piedi, ma non ci fu verso e Biancaneve non si svegliò. Allora i Sette nani piansero per tre giorni e tre notti, e le costruirono una bara di cristallo, perché Biancaneve era così bella che la volevano guardare ogni giorno. Poi incisero il suo nome a lettere d’oro sulla bara e scrissero ‘Qui giace la Principessa Biancaneve’. Biancaneve, chiusa nella bara, continuava a rimanere sempre bella con la sua pelle bianca come la neve, le guance rosse come ciliegie mature e i capelli neri come la notte senza luna. Sembrava che dormisse, ma nessuno poteva risvegliarla dal suo sonno.
Un bel giorno capitò nel bosco un Principe, vide la bella Biancaneve nella bara di cristallo e, colpito dalla freccia di Cupido, se ne innamorò all’istante. Allora chiese ai Sette Nani: “Lasciatemi portar via la bara con Biancaneve, in compenso vi darò tutto quello che ho”. Brontolo rispose a nome di tutti i Nani: “Non la cediamo! Per tutto l’oro del mondo! Sgrunt”. Ma il Principe, aggiunse: “Regalatemela dunque, perché non posso più vivere senza di lei. Per lei costruirò una torre d’oro e la custodirò onorandola come la principessa più bella del mondo”. I Sette Nani, sentendo quelle parole, si commossero e donarono la bara al Principe. In men che non si dica il Principe ordinò ai suoi servi di portare la bara in spalla, fino al suo palazzo.
La strada per il palazzo del Principe era lunga, lunga, ma così lunga che i servi per passare il tempo incominciarono a raccontarsi le barzellette. Se ne raccontarono di cotte e di crude, finché ci fu una barzelletta tanto divertente da far ridere più del solletico sotto ai piedi, e i servi, che non riuscivano più a smettere di ridere, lasciarono cadere la bara, che ruzzolò giù da un dirupo. Il Principe saltò giù da cavallo e si lanciò anch'egli giù dal dirupo per recuperare il corpo di Biancaneve, se non che, con tutto quel trambusto, il pezzo di mela avvelenata che Biancaneve aveva ingoiato le uscì fuori dalla bocca, e Biancaneve, a poco a poco, aprì gli occhi. Quando il Principe la raggiunse, Biancaneve lo guardò stupita e domandò “Dove sono!?” Il Principe pieno di gioia esclamò: “Sei con me” e le raccontò tutto l’accaduto aggiungendo: “Se verrai con me al palazzo, sarai la mia sposa e ti amerò per sempre”.
Biancaneve, accettò e insieme al Principe organizzarono le nozze più belle mai viste sulla faccia della terra. Dopo pochi giorni, la Regina cattiva ricevette un invito per le nozze del Principe del regno vicino, e appena vestita, per andare al ricevimento, chiese al suo Specchio magico: “Specchio, Specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del Reame?” Lo Specchio Magico rispose: “Mia Regina la più bella del reame sei tu, ma la Sposa del Principe lo è ancora di più”. La Regina cattiva, furibonda, corse al Palazzo per vedere in faccia la sua nuova rivale, scese dalla carrozza con un salto e salì i gradini del Palazzo a tre a tre, finché entrò nel grande salone del ricevimento. Qui sgranò gli occhi e, vedendo che la Sposa del Principe altri non era se non Biancaneve, rimase senza respiro e, sentendo il cuore scoppiare come un palloncino troppo gonfio, cadde a terra stecchita. Da quel giorno nessuno si ricordò più della Regina cattiva, ma solo di Biancaneve e del suo amore con il Principe. E vissero tutti felici e contenti.
Copyright: Biancaneve e i Sette Nani: Favola da Leggere, Ascoltare e Scaricare di Bambini e Vacanze
Photocredit: starrynight_012